Epicondilite
Meglio conosciuta come “gomito del tennista”, l’epicondilite si manifesta quando si infiammano i tendini che collegano i muscoli dell’avambraccio all’epicondilo laterale, ovvero la parte più esterna del gomito. È chiamata gomito del tennista proprio perché colpisce soprattutto chi sceglie il tennis come attività sportiva.
Questa infiammazione è causata da un sovraccarico funzionale e un utilizzo eccessivo, ma anche continuato, del gomito. È solitamente tipica per chi svolge particolari attività sportive oppure professionali e per chi è costretto a ripetere sempre determinati movimenti.
Quando si parla del gomito del tennista si fa riferimento ad una tendinopatia di tipo inserzionale, ovvero, quel processo che interessa l’inserzione dei muscoli epicondilei estensori dell’avambraccio che partono dall’epicondilo laterale del gomito (più precisamente parliamo di quella zona che è situata nei pressi della sporgenza dell’osso, nella parte inferiore ed esterna dell’omero).
Il gomito del tennista è causato quindi da un’infiammazione dei muscoli e dei tendini che si inseriscono proprio nell’epicondilo laterale e che sono anche i responsabili dell’estensione del polso e delle dita della mano.
Inizialmente, il dolore è associato all’epicondilite laterale che interessa solo i tendini, soprattutto quando vengono svolti alcuni movimenti di estensione del polso contro una determinata resistenza, e ciò tende ad aumentare con le attività che prevedono il funzionamento dei muscoli dell’arto che risulta essere interessato. Con il passare del tempo, se tale problema non viene risolto, il dolore aumenta e si irradia lungo l’avambraccio e può anche persistere durante il riposo.
Epicondilite: quali sono le cause?
Molte persone che sono affette dal gomito del tennista svolgono alcune attività lavorative oppure ricreative che coinvolgono quotidianamente le articolazioni del gomito. Le cause principali di questa infiammazione sono i ripetuti microtraumi, i danni diretti e il sovraccarico.
Tra le cause principali dell’epicondilite vi è quindi un uso eccessivo del gomito. Si manifesta soprattutto nelle persone, che esercitano determinati sport utilizzando la racchetta, come ad esempio il tennis, il badminton e lo squash oppure chi pratica sport da lancio (come quello del disco e del giavellotto) e chi pratica scherma e golf.
L’infiammazione si manifesta anche in chi pratica alcune specifiche attività lavorative in cui il gomito risulta essere sempre in movimento, come ad esempio, nei pittori, cuochi e muratori. E quindi, come anticipato, nessuno risulta essere esente proprio perché colpisce anche chi svolge dei semplici movimenti.
Il problema si manifesta soprattutto nelle persone che hanno un’età compresa tra i 35 e i 50 anni ed è una malattia degenerativa che, se non viene trattata nel modo corretto, può peggiorare con il trascorrere del tempo.
Sintomi: quali sono?
I sintomi dell’epicondilite sono graduali ed iniziano sempre con un lieve dolore. Nel corso delle settimane e dei mesi potrebbe anche peggiorare. In genere, il dolore non risulta mai essere molto forte dal primo momento.
Il principale sintomo dell’epicondilite è un lieve dolore del gomito, che si potrebbe anche irradiare al polso oppure alla mano. Il dolore si manifesta nella parte esterna dell’avambraccio, subito sotto al gomito.
I sintomi si manifestano però anche quando si prende semplicemente un oggetto e quando si muove il polso.
Diagnosi
Se l’infiammazione è causata dall’attività fisica molto faticosa e ripetitiva, si consiglia di evitare di muovere il braccio. Tuttavia, il dolore potrebbe persistere, è quindi consigliabile rivolgersi ad un medico. Durante una visita specialistica, il medico deve comprendere qual è la provenienza del dolore attraverso una palpazione diretta.
Per la diagnosi i fattori che devono essere considerati riguardano l’entità dei sintomi, la professione che si svolge e lo svolgimento di attività sportive.
Molto spesso vengono anche consigliate indagini come l’elettromiografia (EMG), la radiografia del sistema scheletrico, i Raggi X, la risonanza magnetica (MRI) e l’ecografia muscolare.
Altri test sono quello di Cozen che consente di valutare il dolore all’estensione contro la resistenza del polso e delle dita oppure il test di Mills, che permette di rilevare l’insorgere del dolore quando il gomito è esteso e il polso è flesso.
Tali esami consentono di comprendere in modo sicuro la causa del dolore.
Trattamenti
Il gomito del tennista è considerato come una condizione autolimitante e ciò significa che per guarire è necessario il riposo. Altre volte è opportuno anche applicare degli impacchi freddi per qualche minuto sulla località dolente. Se il dolore persiste si consigliano antidolorifici e tutori.
Tutori Spikenergy
Ti starai chiedendo sicuramente quali sono i tutori indicati per questa infiammazione. Sul sito Spikenergy troverai tutori indicati per ogni esigenza.
Per riuscire a guarire è consigliabile indossare una fascia per gomito, ovvero una gomitiera per epicondilite e per i traumi.
Le fasce proposte da Spikenergy garantiscono la massima aderenza e favoriscono mobilità e flessibilità. Queste fasce sono indicate anche per alleviare i dolori causati da borsiti e tendiniti. Essendo molto comode e pratiche possono essere indossate sia di giorno che di notte.
Si consiglia di indossare tale gomitiera almeno 6 o 9 ore al giorno per due settimane proprio nel caso in cui il dolore risulta essere più forte.
Sul sito è possibile scegliere la taglia (S – M - L) , il colore e la quantità, acquistare online e riceverla direttamente a casa in pochi giorni.
Trattamento chirurgico
Se i sintomi non migliorano dopo 6 o 12 mesi si può ricorrere ad un trattamento chirurgico. L’intervento consiste nella rimozione della parte di tessuto che risulta essere danneggiata, per riuscire ad alleviare i sintomi molto dolorosi. Si può procedere con la disinserzione parziale dei tendini estensori delle dita e del polso.
L’approccio chirurgico indicato per il cliente dipende da molteplici fattori che riguardano la gravità del danno, le caratteristiche fisiche degli individui e le loro condizioni di salute. Il trattamento che viene eseguito può essere sia effettuato per via artroscopica che a cielo aperto.
Riabilitazione: in quanti tempo si guarisce?
In seguito all’intervento il braccio può essere immobilizzato per un tempo definitivo con un tutore. Dopo alcune settimana, i punti di sutura vengono rimossi. Successivamente, è possibile iniziare a praticare alcuni esercizi che sono idonei per ripristinare la funzionalità del gomito. Dopo due mesi dall’intervento vengono anche organizzati alcuni esercizi di rafforzamento.
L’intervento chirurgico in circa il 90% dei pazienti ha ottimi risultati.
mostra di più
mostra di meno